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LES MOTS À LA BOUCHE (Plancton, Diatomee, Grani di pepe, Diavoletti)

Le parole, ah!, le parole! Non salveranno il mondo, non favoriranno l’empatia e la perfetta comunicazione, ma di sicuro hanno azione ed effetto decisivi nella e per la nostra vita. C’è chi le parole stenta a trovarle, c’è chi invece le ha belle e a disposizione nel taschino, sulla punta della lingua. Le parole chiariscono o complicano, sfarfallano o con un tonfo finiscono nelle acque del lago esistenziale; sono gentili, le parole, e leniscono; affascinanti, irretiscono; appassionate, trascinano; energiche, incendiano; tenere, commuovono; sono api operaie che depositano polline; filo di Arianna che guidano nel labirinto; bisogna fare attenzione al tono con cui si pronunciano e al momento in cui vengono pronunciate; se l’occasione è quella sbagliata, possono tagliare più di una lama di Toledo, o sollevare emozioni ribelli e risvegliare sentimenti pericolosi: allontanare invece di riavvicinare, guastare invece di rammendare, distruggere invece di costruire, offendere e non compiacere, ferire e non medicare, provocare una guerra, innalzare un muro di Berlino, invalicabile…Le parole sono nostre amiche, ma…dobbiamo pesarle prima di pronunciarle; è saggio imparare a gestirle. E i Poeti che farebbero senza parole? Sarebbero spaesati, vagherebbero storditi, si ritroverebbero spiazzati, privi di alchìmie, di incantesimo… In questa pagina de L’Area di Broca, Antonio Mazzocca ed io abbiamo riunito un bel po’ di amici, che le parole le trattano bene nei loro laboratori, nelle botteghe, in qualunque sacro adyton creativo, nell’intimità del silenzio o nella culla ispirativa di una musica speciale, perfetta alleata che stimola la fantasia e stuzzica l’immaginario. Si tratta per lo più di creazioni epigrammatiche, che fanno l’occhiolino alla metrica o se ne sono tranquillamente sbarazzate, senza astio, senza superbia; ma non solo epigrammatiche. Appartengono a quell’universo variegato che fa capo a Facebook, provengono essenzialmente dal Gruppo elitario La Parola d’Ordine: Il Primato, da Poienauti, Versoñadores, Versipelle, perché il poeta è un abile, intraprendente marinaio, di terraferma, di mari mossi e cieli sereni o tempestosi: fende, valica, irrompe, penetra, fonde, scioglie, aggrega, s’arrampica, apre le ali o le ripone, fa vibrare strumenti a corda o è maestro di flauti; le Muse lo proteggono, e l’Allodola Immortale, che plana dal Parnaso, dall’Elicona, dalla Luna…E parlano d’amore e di dolore, le loro parole, sono Mr. Punch e Arlecchino, Pulcinella e Pinocchio, Cyrano e Don Chisciotte, Ulisse e Lazarillo, Cassandra e Mirandolina, Edith Piaf e Juliette Greco, Cicerone e Mme de Stäel, Shakespeare, Pirandello, Ionesco e Eduardo, conative, affabulatorie, pellucide, tornìte, scabre, fiorite, essenziali, gemmanti, sorprendenti, inaspettate, ruvide, diafane, persistenti, ariose, inafferrabili, prensili, adescanti, misteriose, cortesi, buffe, scorbutiche, dileggianti, divertenti, sagge, perentorie, malandrine, maliziose, erotiche, eretiche…

Oui j’ai un corps :

Je suis encore.

 

(Traduzione in italiano

Io ho un corpo :

Sono ancora )

 

*

 

Si vive nella credenza

Di essere qualcuno

che non si é

 

*

 

T'amavo tanto

che

mi mancavi

pure tra le braccia

 

*

 

Ed era edera

 

*

 

 

Quando lei pazientemente

si erse

Quando lei dolcemente si perse

Quando inutilmente soffri’

Quando mordendosi s’offri’

 

*

 

 

Lui non capi’

 

*

 

Il no che a me do

É alto d’abisso

 

*

 

 

Marcher pas à pas dans la neige

Aux pieds de christ éperdu

Parmi les piquants cristaux

 

(Traduzione in italiano

Andar passo passo nella neve

Dai piedi di cristo disperso

Tra piccanti cristalli )

 

*

 

Potresti amore ricordarmi

L’amore che ti portavo ?

Ché non ho che un fardello

Da quando più non mi sta

Tra le braccia

 

*

 

Non altre presenze

In un ottobre appena giunto

Col silenzio degli uccelli

E il riposo timoroso

Di quanti s’agitavano d’estate

Si fa chiaro che

Non sei più con me

 

*

 

Un amore

Come il tuo

É reo.

Quanto mi trema

Questo puffo cuore

Nel desiderio

D’afferrare l’anima

Dell’universo intero

 

Sara Capoccioni

Oceano perlato

tu goccia che lo navighi

risplendi?

 

*

 

lègami al tuo cuore

legàmi invisibili

di battiti incessanti

vivi.

 

*

 

Smetti di fingere cielo

e piovimi addosso

sul mantello plumbeo

della mia anima.

 

*

 

L’orchidea sventola bellezza

la primavera sboccia

tra l’inerzia degli uomini.

 

*

 

Luna sospesa

ricama la notte

dirige il buio

ad una luce improvvisa.

 

*

 

Sui tuoi seni Venere s’acquieta

brama il tocco perfetto

d’un respiro soltanto.

 

*

 

Labbra armate

diamanti raffinati

di amanti ravvivati.

 

Michele Carniel

Come pioggia battente

irrompi nelle vene

...Io che avevo chiesto

di arrendermi alla bonaccia

 

*

 

Potrei dire dell’albero

Intento a suggere il cielo

 

*

 

Un addio scolora nell’impressione

del tempo

le schiene curve a racimolare

pensieri

 

*

 

Incontrare il tuo sguardo

un’impronta nel petto

 

*

 

Un tralcio amputato il tuo tempo

rifiorirò nel mio

albero

 

*

 

Appartenni alla Terra straniera

da quando sei fuggito

straniero questo passo che s’addentra

nell’antro

 

*

 

Una carezza solo una

la tua

perché un battito d’ali

riporti l’eco che arrossa le notti

 

*

 

Il mattino non rincorre

il profumo del caffè

E’ stato ucciso il mattino

al ritorno del boumerang

Chi conterà i vivi?

 

*

 

Se dovessi vivere il giorno

sarebbe per il canto del mare

che hai dentro

 

*

 

Sapevo di trovarti qui

nel suggello di un attimo

Quando ho provato a sciogliere

il velo col mio alito

ti ho visto levare in volo

con riserbo

come solo i morti sanno fare

con la delicatezza di chi

non affonda nella neve...

 

Maria Gabriella Cianciulli

Quando come vuoto cado nel mare grande

della mia pochezza, è la gravità che mi sostiene

amore, il suo abbraccio lieve

ha un guscio morbido di lana e calcare

così come piuma plano nel grembo

aperto della mano

che sia il corpo di terra e di pioggia

cristallo lucido d’acqua

non sia peso grave il corpo e

il cuore acceso faccia

da lanterna

 

*

 

Hai visto il merlo come canta sul ramo?

la formica che si unisce alla fila

e il salto del delfino dentro il mare?

cosi noi ogni giorno e ogni notte, senza quiete

solo fuoco, fuoco che incenerisce il legno

e spacca in crepitio il silenzio

 

*

 

Ogni giorno cado dal nido e mi rialzo

se tocco con le dita preziose degli occhi

l'arco di questa voce

sei tu l’ala spezzata e il becco rosso vermiglio

allora non più dentro non più fuori

ma nell'immenso fusi e impastati

come pane e acqua, inseparabili

 

*

 

Da queste croci fino al volo vedo gli uccelli

che virano insieme contro il vento

in unico respiro s'innalza lo stormo

e chiama senza sforzo altro stormo a sé


Floriana Coppola

tutto il giorno contro un vetro

guardare raccogliere legumi di luce

 

*

ho pernottato sulla tangenziale

illuminata a giorno. Qui le stelle

sono l'amnesia dei lampioni

 

*

 

se le tue mani potessero parlare

pronuncerebbero le ali tonde delle vocali

più tonde direbbero le consonanti

 

*

 

a lato di pensieri marginali e accomodati

dietro asole di sole che dici orecchie e non dici

come giri alla bellezza di eleggerti volpe di profilo

e di non darmi avviso

 

*

 

arare, dissodare le parole

credevi ovvio non romperti le mani

 

*

 

convogli che si adoperano senza voglia

nella ginnastica delle porte a soffietto

 

Luca Crastolla

Non sappiamo se benedire l'alba

del giorno aggiunto

maledirla

per sottrazione alla nostra vita

 

*

 

Routine del mattino:

eliminare scorie

dalle fessure e interstizi del perbenismo

non dimenticare chiavi, ombrello e ali

 

*

 

La notte libera dai demoni sociali

per avventurarsi in quelli social

e poi cadere nella libertà della propria mano

 

Ginevra Della Notte

Fanciulla mia

Occhi timidi abbassati

fianchi snelli e mossi a arte

Davanti hai spazio grande

dietro assembramento mascolino

 

*

 

Julia suoni il violino

In modo sublime

ma dicono che ami di più

Il suono dei fiorini

 

*

 

Allungo la lingua in uno sberleffo

E lui la risucchia in un bacio

L'imprevedibilita' dei fini

 

*

 

La luna stasera anticipa

il tramonto del sole

Scalda sé e tempera lui

E l'amplesso è da dei

 

 

*

 

Lei di giorno è mite

pudica

Di notte ai quadrivi

cattura felina

uomini da sdrenare

 

*

 

Mi posto a ciambella

per accoglierti in me

 

*

 

Bianca Selene

apri sorrisi

nel gelo notturno

 

*

 

Silio conti e riconti

le tue monete

ma lavati le mani avide

prima di tastare il suo seno

 

 

*

 

Amore non sorridermi

se ti mancano denti

Baciami

 

*

 

Se verrai a cena da me

portami un vino da meditazione

In cambio ti lascerò accanto

quella morbida fanciulla

che sai

 

*

 

Lungo il declivio fiorito

scendono vergini gentili

aperta la veste

su forme da estasi

Farfalle fru fru

 

*

 

Mi appendo all'arcobaleno

e rubo colori per il mio tramonto

 

*

 

Ti vedo la notte per strada

offrire inerte la tua sfioritura

 

*

 

Mi abbandono geisha suadente

grata del tuo fuoco che consuma accecando

 

*

 

Non parlare

Non rompere il guscio fragile

della mia difesa

 

 

Elena Deserventi

Coperta corta

questo amore

ormai freddo

o il sesso

o il cuore.

Accantucciati

centrali al letto

rannicchiate le gambe

intrecciate le braccia

giunge l’alba

lenta

a spalle senz’occhi.

 

*

 

Mani

in acqua si cercano

forme mozze

d’amanti correnti senza sosta

in un giorno

parlato solo dalla notte.

 

*

 

Abbracciata

a tepore d’amore

senza macigni in cuore

planando sulla vita

leggermente

questo

vorrei:

scalo sicuro.

 

Mariastella Eisenberg

INVERNO

 

I pioppi della sera 

sciabole viola contro il cielo

tagliano a veli la nebbia.

Verdi umidi i ceppi nella legnaia.

 

TRAMONTO

 

Fuori il gallo grida il suo vivere al sole.

Ma, ormai il tramonto sovrasta il paese.

Giù cala dietro il colle la sfera sovrana.

Il buio avvolge le case.

 

IL SERENO

 

Attraverso squarci

di nuvole rosa

filtrano lame

di sole accecante.

 

Carmela Carmina Esposito

L’OFFESA

 

Forse abbiamo offeso la terra

l’abbiamo calpestata senza rispetto;

forse abbiamo disprezzato le radici dei padri

o abbiamo profanato il silenzio delle tombe.

Forse la terra si è ribellata

alle nostre bestemmie

e ha abortito con un grido

il suo estro di vergine violata.

 

Alfonso Attilio Faia

Percezioni

 

Occhio non vede

...Cuore di tenebra

Psichiatria

 

*

 

Apriti,rilassati,spogliati

il lettino

facilita il rapporto

In lite

 

*

 

minacci, me la farai pagare cara,

non mi risulta ancora

che tu me l'abbia data

 

almeno una volta gratis

 

*

 

no cara, così non va

torno dal mio uomo

 

*

 

il tuo fare mieloso

mal mi s'addice

amor mio zuccherino

sono diabetico lo sai

schizza la glicemia

 

*

 

i tuoi baci incisivi

sul far della sera

amore ti prego

cambia dentiera

 

*

 

graffiante il tuo bacio

se a me ti strofini

togli la collana

fallo per me 

 

Raffaele Ferrari

Com’è brutta la vita se non la vivi

ti toglie anche le scarpe dai piedi

ti fa sentire ancora un diavolo che crede

ancora alla Trinità per darle in testa

Ho bussato a centinaia di porte

facendo la pezzente a cielo aperto

e come il lanternino della notte

man mano che albeggiava mi spegnevo

 

 

*

 

Non posso dirti il nome di chi amo

vita o morte è la stessa cosa

sangue di Dio o giardino di rose

o cicuta che avvelena la minestra

Tu vuoi sapere troppo e che ti dico?

Mi vuole bene quando siamo a letto

e poi in me rivede la civetta

che dorme in una bolla di sapone

Posso considerarmi ancora donna

se candela sull’altare mi consumo

e l’orgoglio sopraffatto dal fumo

mani e piedi muove pupazzetto?

 

*

 

Gli uomini per me sono stati chiodi

cadaveri di sole sopra il fiume

cerchi di fuoco per stringere la luna

e bruciarla non appena la guardavo

Se avrà una mala vita Cristo mio

falla morire adesso ancor bambina

così mamma pregava giorno e notte

pensando di fermar la malasorte

O mammarella mia destino e cazzo

oggi sono una farfalla inamidata

una donna che non può cambiar la muta

perché il sale di pietra gliel’ha resa

quale amore, quale morte, nessuno

può aiutarmi, sono acqua passata

ramo di pesco dal vento snervato

e finito per condanna a stare in vita.

 

*

 

Io ti condanno Dio

a vivere come gli uomini della Terra

scalzi, ignudi, sempre a faccia in giù

a dirti grazie della vita che gli hai dato

ti condanno perché non sai niente

non sai che il cane morde lo straccione

non sai neanche che Mariaddolorata

gli occhi abbassa a noi e non ci vede

Io ti condanno per le inquietudini

e per quelli che sono nati malaticci

a bocca piena tu li chiami figli

il tuo però ha gli occhi azzurri e sani

 

Assunta Finiguerra

SOGNO

 

Non cielo

inutilmente terra

mai erba

o mare.

Non pittura

o poesia

Non per arte

di fotografia

Solo per te vivo

Sogno.

 

Nicola Guarino 

SE NON LO SAI GUARDALA ORA

 

Translunammo in autunno

Con facce impronunciabili

Per accorgerci dell’inverno

In prima pagina all’apertura dei tiggì

Eravamo noi

Erano nostri i morti vivi della domenica

Come si muore dovunque

Animali affidati alla terra

Se non lo sai guardala ora

La disperazione del tetto

E la luna di tutte le fughe

 

*

 

NON OLET

 

Oppure i gatti con gli occhi di madonna

Per questa terra distratta a reclamare

La vita che non c’è

In fondo a tutto

E forse sopra tutto

Gli scarti della mente

Hic et nunc se l’anima

È una rondine albina

In uno sfratto di futuro.

Non olet.

 

Claudia Iandolo

A UN POLITICO

 

Blateri, parli e non dici.

Cento parole propini

e ne bastano dieci.

Che si capisca nessuna.

 

*

 

A UN MINISTRO

 

Ti dicono incapace

al ministero.

Non è vero

che sei solo incapace:

sei anche

menzognero

disonesto e vorace.

 

*

 

UN VESCOVO

 

Largo di bocca

e verso gli altri stitico

piuttosto che il prete

vuol fare il politico.

 

*

 

UNA POETESSA MOLISANA

 

Si balocca

con una filastrocca,

frenetica combina

una mattina

e il prodotto

della sua follia

chiama poesia.

 

*

 

IL GRANDE CRITICO

 

I

La sua vasta cultura

-egli dice-

A servizio della letteratura.

Il suo ingegno raro

-altri dice-

Al servizio del denaro.

II

Duecento una recensione

mille una conferenza

trecento una prefazione

Cinquecento la presenza.

Finché dura

ha un suo calmiere

anche la cultura.

 

*

 

L’ASSESSORE ALLA CULTURA

La propria bocca

e le orecchie altrui

riempie di cultura.

E solo con le sagre

si misura.

 

*

 

IL LIBRO E LO SCRITTORE

 

Anni ed anni durò la gestazione

ogni cosa era in forse

e quando finalmente il libro fu

nessuno se ne accorse.

 

Americo Iannacone

COME SISIFO

 

Si affloscia la mia anima

come fagotto di cenere

che rotola dal monte

in una stanca valle.

Aiutami, vento di follia,

nel risospingerla in vetta,

Coperta di un manto di stelle.

 

*

 

LIBERA VITA

 

Se non vincerà la sofferenza,

ce la farò a riprendere

la mia vita,

la riporterò tutta intera

in libertà,

lontan di là

dove l’hanno asservita.

 

*

 

L’ULTIMA PARTITA

 

Non s’ode altro che l’oriuolo

degli scacchi, chissà chi

gli ha dato la corda

nella mia casa

disabitata.

Forse la Regina Nera

curva sulla scacchiera,

studia l’ultima mossa,

com’è suo stile,

di sera.

 

*

 

LUCE E GELO

 

Il solstizio d’inverno

freme nel grembo materno

e con urti improvvisi di luce

scalcia dal ventre del cielo

sulla candida faccia

dell’impavido gelo.

 

*

 

STUDENTE DI LICEO

 

Nell’album di un lontano passato

c’è un giovane studente di liceo

che sulle vie di un paese non natìo

si sentiva come uno straniero,

e i muri delle case

l’uno dopo l’altro rasentava.

 

*

 

UN GIRASOLE

 

“Sine sole sileo”,

come una meridiana

avvizzirò senza sole,

perderò la mia vita,

non solo la parola.

Oh il mio bel volto

di cicala gaudente

che più non canterà,

oh il mio stelo ruotante,

quale formica laboriosa,

umile servitore in ombra,

dall’alba fino a sera,

della sua luminosa sfera.

 

*

 

COLORI D’ORIENTE

 

Lambisce la mia balconata

un sole d’estate che sosta

con luce di acciaio. Solitaria

è la stanza, che talvolta si tinge

d’oriente negli attimi d’una sera,

o nel chiaro mattino si accende

del colore che brilla di verde,

e riflette vaghezze di biondo.

 

Gennaro Iannarone

Ho i tuoi occhi nel cuore

È amore già ...

 

*

 

Labbra turgide e occhi scintillanti

Bocche avide cercano altre bocche

 

*

 

Nei tuoi occhi blu, come in un bicchiere, annega l'immenso mare

 

*

 

Dal melo e dal pesco piovono baci

Li custodisco con cura

 

*

 

Anche questa mattina, l'alba ci ha trovati ancora abbracciati ... durerà per sempre

 

*

 

Apri la porta e mi togli il kimono

I sensi si infiammano

I miei seni caldi di sole

Sono pesche mature

Colte ora dalla tua bocca vorace

 

*

 

Tu sei l'albero, ma ho io il tuo cuore inciso in me

 

*

 

I semi neri dei papaveri

Sulle tue labbra

Li trovo nel tuo bacio

E colgo in un respiro                              

L'oppio del tuo amore                             

 

*

 

Ora il cielo grigio piombo d'inverno

Sveste la luna del suo manto di stelle

Per regalarle a te

Appendile al collo

 

*

 

Quando siamo insieme ora

Quando mi chiedo cos'è

Essere soli con te accanto

Mi risponde soltanto la notte:

La solitudine è guardar le stelle

Cadere una per una

E mai due insieme

 

*

 

Foglia gialla lascia ora

Che il vento folle ti porti via

Non restare attaccata al ramo

Oggi sei morta ma ricorda che

Soltanto ieri eri ancora verde

 

*

 

Dal cuore ferito

Si sparsero i miei dolori

Come da un sacco ora vuoto

Le cose che più ho amato

Le cose mie e del mondo

Resta soltanto una sogghigno

Come un sberleffo

Sulla bocca di un saltimbanco

 

*

 

Mi serve poco

Poco mi serve ora

Un tozzo di pane

Un niente di latte

Un sorso d'aria

E un angolo di cielo

Su cui scorrono lente

Queste nuvole d'oro

 

*

 

 

In pochi versi

Una lunga vita

Diventa un poema

 

*

 

Guardavo il futuro

Mi affacciavo alla vita

Tutto intorno era luce

Ora l'erba è paglia

Sta arrivando l'autunno

 

*

 

Spirito guida

L'animale totem

È il cambiamento

 

*

 

Ho trovato all'alba nel vaso

Peonie rosse profumatissime

Mie preferite       

 

*

 

Gesti d'amore

Di altri tempi e luoghi

È tenerezza che brilla

Negli occhi

Mosaico fatto di desideri

Di tenebre

E di luce

 

*

 

Quando scende la sera

nel chiuso della stanza

rivivo la tua assenza

Mi trasportano i ricordi

a ritroso nel tempo

 

*

 

Sobbalza il cuore

Come me sei pazzo

Assetato d'amore per lui

lo gli mando un fiore dal giardino d'inverno

Sboccerà già domani

Fiore di ghiaccio bollente

 

*

 

Nevica sui tetti

Fiori di ghiaccio cadono dal cielo

Sembrano i petali del ciliegio

Non m'importa del freddo

D'inverno vicino al fuoco

 

*

 

Ho i tuoi occhi nel cuore

È amore già ...

 

*

 

Labbra turgide e occhi scintillanti

Bocche avide cercano altre bocche

 

*

 

Nei tuoi occhi blu, come in un bicchiere, annega l'immenso mare

 

*

 

Dal melo e dal pesco piovono baci

Li custodisco con cura

 

*

 

Anche questa mattina, l'alba ci ha trovati ancora abbracciati ... durerà per sempre

 

*

 

Apri la porta e mi togli il kimono

I sensi si infiammano

I miei seni caldi di sole

Sono pesche mature

Colte ora dalla tua bocca vorace

 

*

 

Tu sei l'albero, ma ho io il tuo cuore inciso in me

 

 

*

 

La bocca tacque per la prima volta

Ma non seppe mantenere la parola

E non fu più lo stesso silenzio di prima

 

*

                   

Come una roccia non come un sasso

Come una statua di donna in una stanza

Dopo aver spento il sogno

 

*

 

Ma noi non dormiamo di notte

Coviamo parole

Di giorno le facciamo crescere

E insegnamo loro a parlare

 

*

 

Se tu mi amassi ancora un'istante

Come mi amavi un tempo

Allora saresti ancora preghiera

Un tuo sguardo è un dono eterno

È l'ombra che torce il tempo

Su fusi di legno di salici piangenti

 

*

 

Il vento canta

Mi parla

Di chi e di che cosa? Impaziente sfodero la spada

Dell'umana curiosità

Come un fiore prediletto

Sento in me la magia dell'Oriente

Che risuona di nuovo nel petto

Maga di splendide fiabe

Indosso l'incanto come un mantello fatato

 

*

 

Alla luce fioca delle stelle,

Vortico come una ruota a vuoto

M'involo per un istante Rimiro l’abisso seducente

Che finisce sull'orlo del precipizio

Cercandomi Nell'incantesimo delle parole

Solo in volo imparo a parlare

 

Oana Lupascu

Nascere per essere nati

o morire per nascere?

Che cosa spira quando nasciamo,

e cosa nasce?

 

*

 

Una luce tenue, da albume, illumina vasi e foglie.

Siamo distratti da forme e luogo:

guarda cosa hai fatto: ti ostini a tirare su

verzure e mai luce viva che batta

mai strida, solo lumache che nella notte girano umide.

 

*

 

nera passò dietro l’abside

la seguivo lungo il vento e dissi: sei tu?

(si intendeva la morte).

cozzò secca contro una fusoliera

un vetro pezzo di vetro batté nell’erba

– ti riconosco – gridai.

lei nei merletti affondò rise.

 

Gabriella Maleti

Siamo venditori di fuochi fatui

e fantasmi di benessere e speranza

All’amo dell’inganno abboccano

dodici milioni di cretini drogati

anche dagli oroscopi mattutini

 

*

 

Il calcio italico cova e poi

esplode in lingue di fuoco

Ogni luogo ove saltella o corre

un pallone è matrice di unnico

furore  Ha perso dignità e rispetto

di sano cimento nel vento degli affari

 

*

 

Con i rosari qui la povera gente recita

e campa alla giornata Ogni ventaglio

venduto è un volo in paradiso Un ricordino

guarisce l’ansia Un prete falso è tra la folla

con la borsa zeppa di santini

 

*

 

Se c’è in Italia una cosa

che abbia un valore

questa è la bugia

Allegria con soci di merenda

La vicenda è cancerogena

 

*

 

Avevo 17 anni Devoto

alla Madonna di Montevergine

di sera salivo per i tornanti

Il gigante eruttava fumo e lampi

Ora dorme assediato da una fungaia

di case e grattacieli Ricordo fiocchi

di cenere che sfarfallavano nell’aria

cupa

 

*

 

Intreccio le mie alle tue

dita contro il malocchio

la vita t’insapora l’aroma

d’un caffè  Sale il sole

e il bacio furtivo di farfalle

pizzica il fuoco dei gerani

 

Pasquale Martiniello

L’ultimo freddo ferisce

più di mille lame.

Preciso, diretto

guidato da un esperto spadaccino.

 

*

 

Dov’è la ricetta del mondo? Nella tenerezza?

Dov’è il pasto del mondo? Nell’amore.

Dov’è il dolore del mondo? Accanto all’amore.

 

*

 

Diciamo della nostra realtà che è La Realtà.

Viviamo la nostra vita come fosse la vita di ognuno.

Viviamo ogni vita degli altri come non fosse la nostra.

 

*

 

Cercavo una finestra per rendere difficile l’addio

(rimando a Wallace Stevens: Una sera qualunque a New Haven , XVIII)

 

Ketti Martino

genio e follia si toccano in un bacio scandaloso

 

*

 

Donato quel che io ho dato: amicizia il mondo continuamente offende come oggetto buttato!

 

*

 

assaggio e gusto un pensiero di te

 

*

 

Orizzonti perduti

ma il rosa

mi segue ancora

nel mio lento

tramonto d'amore

 

 

*

 

 

Charlie, mappamondo in     mano che saltella

 

*

 

Cartoline dal mondo

Io sono rimasta a casa

 

*

 

Proibiti libri

Fiamme e fiammiferi

 

*

 

Piombo, destino che ci cade addosso come Sisifo macigno

 

*

 

clari-netto: ci vedo sfuocato

 

*

 

Orizzonte perso in lontananza..

raggio verde

 

*

 

Illusorio: piuttosto sogno fantastico

 

Alessandra Massera

Tu che sogni occhi aperti

ti sia lieve il risveglio

 

*

 

Vela senza vento

un refolo d'azzurro

e torno a navigare

 

*

 

Freme la vita intorno

io resto chiusa

sorda e muta

a voli gioiosi e.canti

 

*

 

Nel vento scrivo

fuggono le parole

arriveranno all'amato?

 

*

 

Vana illusione

solleva e precipita

 

*

 

Un momento lungo

come un addio

abbiamo condiviso

 

*

 

Resta l'impronta

sul cuscino, il profumo

di parole e pane

 

*

 

Se fossi libro vuoto

potrei accogliere poesia

 

*

 

Se fossi vento

fra alberi suonerei armonia

 

*

 

Se fossi onda

bacerei la spiaggia

 

*

 

Se fossi fuoco

brucerei ciò che non va

 

*

 

Se fossi ciò che non so

andrei oltre quello che ho

 

 

*

 

Stiamo appesi come panni sui fili

Pronti a volare al primo vento

Sorrisi negati in un tempo sospeso

 

*

 

Ah l'amore

Che potrei dire dell'amore

Sole e Luna si baciano di nascosto

 

*

 

Bianco e nero discutono fra loro

Trama e ordito di una tela

dalle mille sfumature di grigio

 

*

 

Vedo macchie sulla tovaglia

Onore al cuoco o copertura da cambiare

 

 

*

 

Stoviglie abbandonate nell'acquaio

piatti incrostati ancora da lavare

reperti archeologici da catalogare

quanta fatica per rigovernare

 

*

 

Merli sull'albero dalle bacche rosse

osserva un gatto in agguato

 

*

 

Mi fingo poeta

sarà chè ho l'anima inquieta

 

*

 

Un punto interrogativo

solitario e negletto

sulla pagina bianca

fra tante parole uscite di getto

 

Valeria Maria Beatrice Motolese

È noto che i poeti sopportano malvolentieri che si

parli d’altro, piuttosto che di loro stessi.

Poco importa che ci sia spazio per tutti, la sola

presenza di un altro, nome alieno, li infastidisce

e li invoglia ad abbandonare il campo.

 

*

 

Di mia madre, riassuntivamente, si potrebbe dire

il giudizio del signor Airoldi: << Tua madre sente il doppio >>

Proprio vero, almeno da parte mia, virtù e difetti.

 

*

 

Quel corpo gigantesco di donna, sdraiato seminudo

nel giardino, sembrava piovuto dal cielo.

Era la badante ucraina d’una vicina di casa,

che prendeva il sole.

 

*

 

Succede a volte che l’interesse per un ritratto coincida

con l’interesse per la sua biografia, ma è raro

Tanto che sulla tomba di uno Scipione è stato scritto

un verso, forse di Ennio, che dice: << Il cui aspetto

fu simile al valore.>>

 

Giampiero Neri

La terza vita del cielo

 

Diverte il clamore delle cose

nella terza vita del cielo,

le solitudini vanno ricolme

leggere come fiocchi di neve.

 

Da qualche parte cadranno, ma tu

incendi luoghi.

Non c'è bisogno di sole per sciogliersi.

 

Federico Preziosi

Non è carne da critico la poesia,

ma pietra che dura alla goccia,

una cosa accesa

che luce sempre e giunge da lontano.

 

*

 

Tu vedi che ho parole,

e cantano in gabbia.

Ma non sono ammaestrate.

 

*

 

Le donne hanno spesso negli occhi

agonia di farfalla:

lì le potresti prendere

ma è breve

quanto basta al rifiuto.

 

*

 

Vieni con me allo zoo delle parole.

È l’ora dei pasti.

 

*

 

Le parole e le donne hanno segreti

vertiginosi

che aprono soltanto

se non t’importa niente

o sei lontano.

 

*

 

La mia illusione è latte di parole

fra gli oleandri rossi

acque d’angolo e obliqui

profondi cieli di pastori.

Intanto restino ai preti santi e poesie lunghe.

 

Sangiuliano

Carbonella nel burbero braciere d’ottone

intorno alle cui chiacchiere

scottavano gambe e ginocchia le donne di famiglia

mentre bambini pregustavamo poche patate saporite

intalpate nella cenere loro

fusaiola e gonfia come gatta conosciuta

 

*

 

Gita notturna al monastero in rovina

Tu fiaccola a noi vicina

 

*

 

Ti sapevo magra Valentina ingiubbottata

che la voce hai e i modi di un bel ragazzo:

m’ha sconvolto il tuo gran seno rotondo Valentina

 

*

 

Gli anni fanno sbiadire l’inchiostro sulla carta

Perciò

quella tua lettera mai letta

neppure adesso l’ho più aperta

 

*

 

Sorgivo si slancia e spettinato

a sottrarre l’ombrello il liceale

a una ragazza che batte i piedi e che protesta

agli angoli del viso deliziata

 

*

 

Ho conservato

intatta

l’impronta della tua testa

sul cuscino

 

*

 

 

Ti cerco per le stanze e per le strade

sui fogli e nel taccuino dei ricordi

come e quanto può tremare emozionato

un cieco che ha annusato la sua luce

 

*

 

Non credo agli amori

che voi raccontate d’avere

donne che v’aggirate per le sere

avide e sole

 

*

 

Per seminarti Claudia

il maturo compositore un’altra donna s’inventa

alla bugia t’inalberi

Ma tu che dici d’odiare la menzogna

da lui vorresti dolci parole d’amore

languidi baci

 

*

 

Copriti il viso

Oggi deturpo la serenità

 

*

 

Le mani tue

compatte e dolci

ho chiuso gli occhi

il volo attende

la sera è senza vento

 

*

 

Sognai di te

Svegliandomi al mattino

S’era l’essere mio

Incommensurabilmente sprigionato

 

Armando Saveriano

Davanti alla stazione stava

forse sedici anni appena

gli occhi da stella di strada

 

*

 

il pappone accanto al fuoco

la sigaretta in bocca lo sguardo minaccioso

difficile portare a casa denaro

 

*

 

Il lampione era nella parte

illuminava cosce e gambe

aveva un fiore tra i capelli

un bucaneve e gli occhi belli

 

*

 

disse la tariffa sillabando

cinquanta euro senza guanto

la bocca tratteneva timore e pianto

mi avvicinai la presi per un braccio

 

*

 

I treni continuavano a partire

lei mi segui' fingendo di sorridere

la feci sedere su di una panchina

le diedi del denaro nella sua mano

 

*

 

la lasciai sola in quel momento

il Pappa si stava avvicinando

lo colpii senza farne cenno

crollò a terra dopo il terzo destro

 

*

 

mostrai il distintivo alla ragazza

la feci salire in auto con enorme grazia

sedici anni son pochi per il mestiere

non sarò mai un brigadiere

 

*

 

Le diedi altra moneta per l' albergo

domani ti troverò un nuovo posto

il Pappa ora è alla centrale

Milano ha il suo prezzo da pagare

 

*

 

l' ho rivista alcuni anni dopo

in una cooperativa di pulizie al lavoro

ha detto che stava molto bene

mi ha detto se mi andava di accompagnarla a casa e poi salire

 

*

 

Le ho accarezzato il volto

e le ho risposto

non sono nato per questo

alla stazione ho rivisto il fesso

l' ho picchiato ancora

e questo è tutto

A modo mio e per gioco

 

Ernesto Torta

I

 

il vizio è magico.

come non godere?

incompatibili coniuga:

abitudine e piacere

 

*

 

II

 

 

perchè maledizione è

capitato

che quando uscii

dal ventre di mia madre

qualcuno mi promise

che ci sarei

tornato

 

*

 

III

 

giro legata al capestro

di un'illusione

e sembro un senza-mai

 

*

 

IV

 

in piazza D'uomo quella sera

fui felice

 

*

 

V

 

UN AMORE

 

mi sono data in pasto a un'invenzione

come un pasto che non c'è

inventa un altro pasto

in un metro di digiuno

 

dall'estremità di un'illusione

a lunghi passi misuravo l'assenza

 

*

 

VI

 

ti accorgi che la storia

non ti ha telefonato

vai su facebook

per darle tue notizie

 

*

 

VII

 

come Dio

sono solo la

mia assenza

 

per questo somiglio

alla realtà

 

*

 

VIII

 

Ho sbagliato:

ho spalmato il burro su di te,

non sulla tartina,

     

ora mordo il dolore attaccato alle tue

dita

 

*

 

IX

 

tre spifferi

e un tavolo da pranzo grande

dentro una bottiglia

di vino buono

non mia

 

*

 

X

 

“Sola”: una

modalità della

stanza in cui sono

 

Lucia Triolo