Le parole, ah!, le parole! Non salveranno il mondo, non favoriranno l’empatia e la perfetta comunicazione, ma di sicuro hanno azione ed effetto decisivi nella e per la nostra vita. C’è chi le parole stenta a trovarle, c’è chi invece le ha belle e a disposizione nel taschino, sulla punta della lingua. Le parole chiariscono o complicano, sfarfallano o con un tonfo finiscono nelle acque del lago esistenziale; sono gentili, le parole, e leniscono; affascinanti, irretiscono; appassionate, trascinano; energiche, incendiano; tenere, commuovono; sono api operaie che depositano polline; filo di Arianna che guidano nel labirinto; bisogna fare attenzione al tono con cui si pronunciano e al momento in cui vengono pronunciate; se l’occasione è quella sbagliata, possono tagliare più di una lama di Toledo, o sollevare emozioni ribelli e risvegliare sentimenti pericolosi: allontanare invece di riavvicinare, guastare invece di rammendare, distruggere invece di costruire, offendere e non compiacere, ferire e non medicare, provocare una guerra, innalzare un muro di Berlino, invalicabile…Le parole sono nostre amiche, ma…dobbiamo pesarle prima di pronunciarle; è saggio imparare a gestirle. E i Poeti che farebbero senza parole? Sarebbero spaesati, vagherebbero storditi, si ritroverebbero spiazzati, privi di alchìmie, di incantesimo… In questa pagina de L’Area di Broca, Antonio Mazzocca ed io abbiamo riunito un bel po’ di amici, che le parole le trattano bene nei loro laboratori, nelle botteghe, in qualunque sacro adyton creativo, nell’intimità del silenzio o nella culla ispirativa di una musica speciale, perfetta alleata che stimola la fantasia e stuzzica l’immaginario. Si tratta per lo più di creazioni epigrammatiche, che fanno l’occhiolino alla metrica o se ne sono tranquillamente sbarazzate, senza astio, senza superbia; ma non solo epigrammatiche. Appartengono a quell’universo variegato che fa capo a Facebook, provengono essenzialmente dal Gruppo elitario La Parola d’Ordine: Il Primato, da Poienauti, Versoñadores, Versipelle, perché il poeta è un abile, intraprendente marinaio, di terraferma, di mari mossi e cieli sereni o tempestosi: fende, valica, irrompe, penetra, fonde, scioglie, aggrega, s’arrampica, apre le ali o le ripone, fa vibrare strumenti a corda o è maestro di flauti; le Muse lo proteggono, e l’Allodola Immortale, che plana dal Parnaso, dall’Elicona, dalla Luna…E parlano d’amore e di dolore, le loro parole, sono Mr. Punch e Arlecchino, Pulcinella e Pinocchio, Cyrano e Don Chisciotte, Ulisse e Lazarillo, Cassandra e Mirandolina, Edith Piaf e Juliette Greco, Cicerone e Mme de Stäel, Shakespeare, Pirandello, Ionesco e Eduardo, conative, affabulatorie, pellucide, tornìte, scabre, fiorite, essenziali, gemmanti, sorprendenti, inaspettate, ruvide, diafane, persistenti, ariose, inafferrabili, prensili, adescanti, misteriose, cortesi, buffe, scorbutiche, dileggianti, divertenti, sagge, perentorie, malandrine, maliziose, erotiche, eretiche…
Oui j’ai un corps :
Je suis encore.
(Traduzione in italiano
Io ho un corpo :
Sono ancora )
*
Si vive nella credenza
Di essere qualcuno
che non si é
*
T'amavo tanto
che
mi mancavi
pure tra le braccia
*
Ed era edera
*
Quando lei pazientemente
si erse
Quando lei dolcemente si perse
Quando inutilmente soffri’
Quando mordendosi s’offri’
*
Lui non capi’
*
Il no che a me do
É alto d’abisso
*
Marcher pas à pas dans la neige
Aux pieds de christ éperdu
Parmi les piquants cristaux
(Traduzione in italiano
Andar passo passo nella neve
Dai piedi di cristo disperso
Tra piccanti cristalli )
*
Potresti amore ricordarmi
L’amore che ti portavo ?
Ché non ho che un fardello
Da quando più non mi sta
Tra le braccia
*
Non altre presenze
In un ottobre appena giunto
Col silenzio degli uccelli
E il riposo timoroso
Di quanti s’agitavano d’estate
Si fa chiaro che
Non sei più con me
*
Un amore
Come il tuo
É reo.
Quanto mi trema
Questo puffo cuore
Nel desiderio
D’afferrare l’anima
Dell’universo intero
Sara Capoccioni
Oceano perlato
tu goccia che lo navighi
risplendi?
*
lègami al tuo cuore
legàmi invisibili
di battiti incessanti
vivi.
*
Smetti di fingere cielo
e piovimi addosso
sul mantello plumbeo
della mia anima.
*
L’orchidea sventola bellezza
la primavera sboccia
tra l’inerzia degli uomini.
*
Luna sospesa
ricama la notte
dirige il buio
ad una luce improvvisa.
*
Sui tuoi seni Venere s’acquieta
brama il tocco perfetto
d’un respiro soltanto.
*
Labbra armate
diamanti raffinati
di amanti ravvivati.
Michele Carniel
Come pioggia battente
irrompi nelle vene
...Io che avevo chiesto
di arrendermi alla bonaccia
*
Potrei dire dell’albero
Intento a suggere il cielo
*
Un addio scolora nell’impressione
del tempo
le schiene curve a racimolare
pensieri
*
Incontrare il tuo sguardo
un’impronta nel petto
*
Un tralcio amputato il tuo tempo
rifiorirò nel mio
albero
*
Appartenni alla Terra straniera
da quando sei fuggito
straniero questo passo che s’addentra
nell’antro
*
Una carezza solo una
la tua
perché un battito d’ali
riporti l’eco che arrossa le notti
*
Il mattino non rincorre
il profumo del caffè
E’ stato ucciso il mattino
al ritorno del boumerang
Chi conterà i vivi?
*
Se dovessi vivere il giorno
sarebbe per il canto del mare
che hai dentro
*
Sapevo di trovarti qui
nel suggello di un attimo
Quando ho provato a sciogliere
il velo col mio alito
ti ho visto levare in volo
con riserbo
come solo i morti sanno fare
con la delicatezza di chi
non affonda nella neve...
Maria Gabriella Cianciulli
Quando come vuoto cado nel mare grande
della mia pochezza, è la gravità che mi sostiene
amore, il suo abbraccio lieve
ha un guscio morbido di lana e calcare
così come piuma plano nel grembo
aperto della mano
che sia il corpo di terra e di pioggia
cristallo lucido d’acqua
non sia peso grave il corpo e
il cuore acceso faccia
da lanterna
*
Hai visto il merlo come canta sul ramo?
la formica che si unisce alla fila
e il salto del delfino dentro il mare?
cosi noi ogni giorno e ogni notte, senza quiete
solo fuoco, fuoco che incenerisce il legno
e spacca in crepitio il silenzio
*
Ogni giorno cado dal nido e mi rialzo
se tocco con le dita preziose degli occhi
l'arco di questa voce
sei tu l’ala spezzata e il becco rosso vermiglio
allora non più dentro non più fuori
ma nell'immenso fusi e impastati
come pane e acqua, inseparabili
*
Da queste croci fino al volo vedo gli uccelli
che virano insieme contro il vento
in unico respiro s'innalza lo stormo
e chiama senza sforzo altro stormo a sé
Floriana Coppola
tutto il giorno contro un vetro
guardare raccogliere legumi di luce
*
ho pernottato sulla tangenziale
illuminata a giorno. Qui le stelle
sono l'amnesia dei lampioni
*
se le tue mani potessero parlare
pronuncerebbero le ali tonde delle vocali
più tonde direbbero le consonanti
*
a lato di pensieri marginali e accomodati
dietro asole di sole che dici orecchie e non dici
come giri alla bellezza di eleggerti volpe di profilo
e di non darmi avviso
*
arare, dissodare le parole
credevi ovvio non romperti le mani
*
convogli che si adoperano senza voglia
nella ginnastica delle porte a soffietto
Luca Crastolla
Non sappiamo se benedire l'alba
del giorno aggiunto
maledirla
per sottrazione alla nostra vita
*
Routine del mattino:
eliminare scorie
dalle fessure e interstizi del perbenismo
non dimenticare chiavi, ombrello e ali
*
La notte libera dai demoni sociali
per avventurarsi in quelli social
e poi cadere nella libertà della propria mano
Ginevra Della Notte
Fanciulla mia
Occhi timidi abbassati
fianchi snelli e mossi a arte
Davanti hai spazio grande
dietro assembramento mascolino
*
Julia suoni il violino
In modo sublime
ma dicono che ami di più
Il suono dei fiorini
*
Allungo la lingua in uno sberleffo
E lui la risucchia in un bacio
L'imprevedibilita' dei fini
*
La luna stasera anticipa
il tramonto del sole
Scalda sé e tempera lui
E l'amplesso è da dei
*
Lei di giorno è mite
pudica
Di notte ai quadrivi
cattura felina
uomini da sdrenare
*
Mi posto a ciambella
per accoglierti in me
*
Bianca Selene
apri sorrisi
nel gelo notturno
*
Silio conti e riconti
le tue monete
ma lavati le mani avide
prima di tastare il suo seno
*
Amore non sorridermi
se ti mancano denti
Baciami
*
Se verrai a cena da me
portami un vino da meditazione
In cambio ti lascerò accanto
quella morbida fanciulla
che sai
*
Lungo il declivio fiorito
scendono vergini gentili
aperta la veste
su forme da estasi
Farfalle fru fru
*
Mi appendo all'arcobaleno
e rubo colori per il mio tramonto
*
Ti vedo la notte per strada
offrire inerte la tua sfioritura
*
Mi abbandono geisha suadente
grata del tuo fuoco che consuma accecando
*
Non parlare
Non rompere il guscio fragile
della mia difesa
Elena Deserventi
Coperta corta
questo amore
ormai freddo
o il sesso
o il cuore.
Accantucciati
centrali al letto
rannicchiate le gambe
intrecciate le braccia
giunge l’alba
lenta
a spalle senz’occhi.
*
Mani
in acqua si cercano
forme mozze
d’amanti correnti senza sosta
in un giorno
parlato solo dalla notte.
*
Abbracciata
a tepore d’amore
senza macigni in cuore
planando sulla vita
leggermente
questo
vorrei:
scalo sicuro.
Mariastella Eisenberg
INVERNO
I pioppi della sera
sciabole viola contro il cielo
tagliano a veli la nebbia.
Verdi umidi i ceppi nella legnaia.
TRAMONTO
Fuori il gallo grida il suo vivere al sole.
Ma, ormai il tramonto sovrasta il paese.
Giù cala dietro il colle la sfera sovrana.
Il buio avvolge le case.
IL SERENO
Attraverso squarci
di nuvole rosa
filtrano lame
di sole accecante.
Carmela Carmina Esposito
L’OFFESA
Forse abbiamo offeso la terra
l’abbiamo calpestata senza rispetto;
forse abbiamo disprezzato le radici dei padri
o abbiamo profanato il silenzio delle tombe.
Forse la terra si è ribellata
alle nostre bestemmie
e ha abortito con un grido
il suo estro di vergine violata.
Alfonso Attilio Faia
Percezioni
Occhio non vede
...Cuore di tenebra
Psichiatria
*
Apriti,rilassati,spogliati
il lettino
facilita il rapporto
In lite
*
minacci, me la farai pagare cara,
non mi risulta ancora
che tu me l'abbia data
almeno una volta gratis
*
no cara, così non va
torno dal mio uomo
*
il tuo fare mieloso
mal mi s'addice
amor mio zuccherino
sono diabetico lo sai
schizza la glicemia
*
i tuoi baci incisivi
sul far della sera
amore ti prego
cambia dentiera
*
graffiante il tuo bacio
se a me ti strofini
togli la collana
fallo per me
Raffaele Ferrari
Com’è brutta la vita se non la vivi
ti toglie anche le scarpe dai piedi
ti fa sentire ancora un diavolo che crede
ancora alla Trinità per darle in testa
Ho bussato a centinaia di porte
facendo la pezzente a cielo aperto
e come il lanternino della notte
man mano che albeggiava mi spegnevo
*
Non posso dirti il nome di chi amo
vita o morte è la stessa cosa
sangue di Dio o giardino di rose
o cicuta che avvelena la minestra
Tu vuoi sapere troppo e che ti dico?
Mi vuole bene quando siamo a letto
e poi in me rivede la civetta
che dorme in una bolla di sapone
Posso considerarmi ancora donna
se candela sull’altare mi consumo
e l’orgoglio sopraffatto dal fumo
mani e piedi muove pupazzetto?
*
Gli uomini per me sono stati chiodi
cadaveri di sole sopra il fiume
cerchi di fuoco per stringere la luna
e bruciarla non appena la guardavo
Se avrà una mala vita Cristo mio
falla morire adesso ancor bambina
così mamma pregava giorno e notte
pensando di fermar la malasorte
O mammarella mia destino e cazzo
oggi sono una farfalla inamidata
una donna che non può cambiar la muta
perché il sale di pietra gliel’ha resa
quale amore, quale morte, nessuno
può aiutarmi, sono acqua passata
ramo di pesco dal vento snervato
e finito per condanna a stare in vita.
*
Io ti condanno Dio
a vivere come gli uomini della Terra
scalzi, ignudi, sempre a faccia in giù
a dirti grazie della vita che gli hai dato
ti condanno perché non sai niente
non sai che il cane morde lo straccione
non sai neanche che Mariaddolorata
gli occhi abbassa a noi e non ci vede
Io ti condanno per le inquietudini
e per quelli che sono nati malaticci
a bocca piena tu li chiami figli
il tuo però ha gli occhi azzurri e sani
Assunta Finiguerra
SOGNO
Non cielo
inutilmente terra
mai erba
o mare.
Non pittura
o poesia
Non per arte
di fotografia
Solo per te vivo
Sogno.
Nicola Guarino
SE NON LO SAI GUARDALA ORA
Translunammo in autunno
Con facce impronunciabili
Per accorgerci dell’inverno
In prima pagina all’apertura dei tiggì
Eravamo noi
Erano nostri i morti vivi della domenica
Come si muore dovunque
Animali affidati alla terra
Se non lo sai guardala ora
La disperazione del tetto
E la luna di tutte le fughe
*
NON OLET
Oppure i gatti con gli occhi di madonna
Per questa terra distratta a reclamare
La vita che non c’è
In fondo a tutto
E forse sopra tutto
Gli scarti della mente
Hic et nunc se l’anima
È una rondine albina
In uno sfratto di futuro.
Non olet.
Claudia Iandolo
A UN POLITICO
Blateri, parli e non dici.
Cento parole propini
e ne bastano dieci.
Che si capisca nessuna.
*
A UN MINISTRO
Ti dicono incapace
al ministero.
Non è vero
che sei solo incapace:
sei anche
menzognero
disonesto e vorace.
*
UN VESCOVO
Largo di bocca
e verso gli altri stitico
piuttosto che il prete
vuol fare il politico.
*
UNA POETESSA MOLISANA
Si balocca
con una filastrocca,
frenetica combina
una mattina
e il prodotto
della sua follia
chiama poesia.
*
IL GRANDE CRITICO
I
La sua vasta cultura
-egli dice-
A servizio della letteratura.
Il suo ingegno raro
-altri dice-
Al servizio del denaro.
II
Duecento una recensione
mille una conferenza
trecento una prefazione
Cinquecento la presenza.
Finché dura
ha un suo calmiere
anche la cultura.
*
L’ASSESSORE ALLA CULTURA
La propria bocca
e le orecchie altrui
riempie di cultura.
E solo con le sagre
si misura.
*
IL LIBRO E LO SCRITTORE
Anni ed anni durò la gestazione
ogni cosa era in forse
e quando finalmente il libro fu
nessuno se ne accorse.
Americo Iannacone
COME SISIFO
Si affloscia la mia anima
come fagotto di cenere
che rotola dal monte
in una stanca valle.
Aiutami, vento di follia,
nel risospingerla in vetta,
Coperta di un manto di stelle.
*
LIBERA VITA
Se non vincerà la sofferenza,
ce la farò a riprendere
la mia vita,
la riporterò tutta intera
in libertà,
lontan di là
dove l’hanno asservita.
*
L’ULTIMA PARTITA
Non s’ode altro che l’oriuolo
degli scacchi, chissà chi
gli ha dato la corda
nella mia casa
disabitata.
Forse la Regina Nera
curva sulla scacchiera,
studia l’ultima mossa,
com’è suo stile,
di sera.
*
LUCE E GELO
Il solstizio d’inverno
freme nel grembo materno
e con urti improvvisi di luce
scalcia dal ventre del cielo
sulla candida faccia
dell’impavido gelo.
*
STUDENTE DI LICEO
Nell’album di un lontano passato
c’è un giovane studente di liceo
che sulle vie di un paese non natìo
si sentiva come uno straniero,
e i muri delle case
l’uno dopo l’altro rasentava.
*
UN GIRASOLE
“Sine sole sileo”,
come una meridiana
avvizzirò senza sole,
perderò la mia vita,
non solo la parola.
Oh il mio bel volto
di cicala gaudente
che più non canterà,
oh il mio stelo ruotante,
quale formica laboriosa,
umile servitore in ombra,
dall’alba fino a sera,
della sua luminosa sfera.
*
COLORI D’ORIENTE
Lambisce la mia balconata
un sole d’estate che sosta
con luce di acciaio. Solitaria
è la stanza, che talvolta si tinge
d’oriente negli attimi d’una sera,
o nel chiaro mattino si accende
del colore che brilla di verde,
e riflette vaghezze di biondo.
Gennaro Iannarone
Ho i tuoi occhi nel cuore
È amore già ...
*
Labbra turgide e occhi scintillanti
Bocche avide cercano altre bocche
*
Nei tuoi occhi blu, come in un bicchiere, annega l'immenso mare
*
Dal melo e dal pesco piovono baci
Li custodisco con cura
*
Anche questa mattina, l'alba ci ha trovati ancora abbracciati ... durerà per sempre
*
Apri la porta e mi togli il kimono
I sensi si infiammano
I miei seni caldi di sole
Sono pesche mature
Colte ora dalla tua bocca vorace
*
Tu sei l'albero, ma ho io il tuo cuore inciso in me
*
I semi neri dei papaveri
Sulle tue labbra
Li trovo nel tuo bacio
E colgo in un respiro
L'oppio del tuo amore
*
Ora il cielo grigio piombo d'inverno
Sveste la luna del suo manto di stelle
Per regalarle a te
Appendile al collo
*
Quando siamo insieme ora
Quando mi chiedo cos'è
Essere soli con te accanto
Mi risponde soltanto la notte:
La solitudine è guardar le stelle
Cadere una per una
E mai due insieme
*
Foglia gialla lascia ora
Che il vento folle ti porti via
Non restare attaccata al ramo
Oggi sei morta ma ricorda che
Soltanto ieri eri ancora verde
*
Dal cuore ferito
Si sparsero i miei dolori
Come da un sacco ora vuoto
Le cose che più ho amato
Le cose mie e del mondo
Resta soltanto una sogghigno
Come un sberleffo
Sulla bocca di un saltimbanco
*
Mi serve poco
Poco mi serve ora
Un tozzo di pane
Un niente di latte
Un sorso d'aria
E un angolo di cielo
Su cui scorrono lente
Queste nuvole d'oro
*
In pochi versi
Una lunga vita
Diventa un poema
*
Guardavo il futuro
Mi affacciavo alla vita
Tutto intorno era luce
Ora l'erba è paglia
Sta arrivando l'autunno
*
Spirito guida
L'animale totem
È il cambiamento
*
Ho trovato all'alba nel vaso
Peonie rosse profumatissime
Mie preferite
*
Gesti d'amore
Di altri tempi e luoghi
È tenerezza che brilla
Negli occhi
Mosaico fatto di desideri
Di tenebre
E di luce
*
Quando scende la sera
nel chiuso della stanza
rivivo la tua assenza
Mi trasportano i ricordi
a ritroso nel tempo
*
Sobbalza il cuore
Come me sei pazzo
Assetato d'amore per lui
lo gli mando un fiore dal giardino d'inverno
Sboccerà già domani
Fiore di ghiaccio bollente
*
Nevica sui tetti
Fiori di ghiaccio cadono dal cielo
Sembrano i petali del ciliegio
Non m'importa del freddo
D'inverno vicino al fuoco
*
Ho i tuoi occhi nel cuore
È amore già ...
*
Labbra turgide e occhi scintillanti
Bocche avide cercano altre bocche
*
Nei tuoi occhi blu, come in un bicchiere, annega l'immenso mare
*
Dal melo e dal pesco piovono baci
Li custodisco con cura
*
Anche questa mattina, l'alba ci ha trovati ancora abbracciati ... durerà per sempre
*
Apri la porta e mi togli il kimono
I sensi si infiammano
I miei seni caldi di sole
Sono pesche mature
Colte ora dalla tua bocca vorace
*
Tu sei l'albero, ma ho io il tuo cuore inciso in me
*
La bocca tacque per la prima volta
Ma non seppe mantenere la parola
E non fu più lo stesso silenzio di prima
*
Come una roccia non come un sasso
Come una statua di donna in una stanza
Dopo aver spento il sogno
*
Ma noi non dormiamo di notte
Coviamo parole
Di giorno le facciamo crescere
E insegnamo loro a parlare
*
Se tu mi amassi ancora un'istante
Come mi amavi un tempo
Allora saresti ancora preghiera
Un tuo sguardo è un dono eterno
È l'ombra che torce il tempo
Su fusi di legno di salici piangenti
*
Il vento canta
Mi parla
Di chi e di che cosa? Impaziente sfodero la spada
Dell'umana curiosità
Come un fiore prediletto
Sento in me la magia dell'Oriente
Che risuona di nuovo nel petto
Maga di splendide fiabe
Indosso l'incanto come un mantello fatato
*
Alla luce fioca delle stelle,
Vortico come una ruota a vuoto
M'involo per un istante Rimiro l’abisso seducente
Che finisce sull'orlo del precipizio
Cercandomi Nell'incantesimo delle parole
Solo in volo imparo a parlare
Oana Lupascu
Nascere per essere nati
o morire per nascere?
Che cosa spira quando nasciamo,
e cosa nasce?
*
Una luce tenue, da albume, illumina vasi e foglie.
Siamo distratti da forme e luogo:
guarda cosa hai fatto: ti ostini a tirare su
verzure e mai luce viva che batta
mai strida, solo lumache che nella notte girano umide.
*
nera passò dietro l’abside
la seguivo lungo il vento e dissi: sei tu?
(si intendeva la morte).
cozzò secca contro una fusoliera
un vetro pezzo di vetro batté nell’erba
– ti riconosco – gridai.
lei nei merletti affondò rise.
Gabriella Maleti
Siamo venditori di fuochi fatui
e fantasmi di benessere e speranza
All’amo dell’inganno abboccano
dodici milioni di cretini drogati
anche dagli oroscopi mattutini
*
Il calcio italico cova e poi
esplode in lingue di fuoco
Ogni luogo ove saltella o corre
un pallone è matrice di unnico
furore Ha perso dignità e rispetto
di sano cimento nel vento degli affari
*
Con i rosari qui la povera gente recita
e campa alla giornata Ogni ventaglio
venduto è un volo in paradiso Un ricordino
guarisce l’ansia Un prete falso è tra la folla
con la borsa zeppa di santini
*
Se c’è in Italia una cosa
che abbia un valore
questa è la bugia
Allegria con soci di merenda
La vicenda è cancerogena
*
Avevo 17 anni Devoto
alla Madonna di Montevergine
di sera salivo per i tornanti
Il gigante eruttava fumo e lampi
Ora dorme assediato da una fungaia
di case e grattacieli Ricordo fiocchi
di cenere che sfarfallavano nell’aria
cupa
*
Intreccio le mie alle tue
dita contro il malocchio
la vita t’insapora l’aroma
d’un caffè Sale il sole
e il bacio furtivo di farfalle
pizzica il fuoco dei gerani
Pasquale Martiniello
L’ultimo freddo ferisce
più di mille lame.
Preciso, diretto
guidato da un esperto spadaccino.
*
Dov’è la ricetta del mondo? Nella tenerezza?
Dov’è il pasto del mondo? Nell’amore.
Dov’è il dolore del mondo? Accanto all’amore.
*
Diciamo della nostra realtà che è La Realtà.
Viviamo la nostra vita come fosse la vita di ognuno.
Viviamo ogni vita degli altri come non fosse la nostra.
*
Cercavo una finestra per rendere difficile l’addio
(rimando a Wallace Stevens: Una sera qualunque a New Haven , XVIII)
Ketti Martino
genio e follia si toccano in un bacio scandaloso
*
Donato quel che io ho dato: amicizia il mondo continuamente offende come oggetto buttato!
*
assaggio e gusto un pensiero di te
*
Orizzonti perduti
ma il rosa
mi segue ancora
nel mio lento
tramonto d'amore
*
Charlie, mappamondo in mano che saltella
*
Cartoline dal mondo
Io sono rimasta a casa
*
Proibiti libri
Fiamme e fiammiferi
*
Piombo, destino che ci cade addosso come Sisifo macigno
*
clari-netto: ci vedo sfuocato
*
Orizzonte perso in lontananza..
raggio verde
*
Illusorio: piuttosto sogno fantastico
Alessandra Massera
Tu che sogni occhi aperti
ti sia lieve il risveglio
*
Vela senza vento
un refolo d'azzurro
e torno a navigare
*
Freme la vita intorno
io resto chiusa
sorda e muta
a voli gioiosi e.canti
*
Nel vento scrivo
fuggono le parole
arriveranno all'amato?
*
Vana illusione
solleva e precipita
*
Un momento lungo
come un addio
abbiamo condiviso
*
Resta l'impronta
sul cuscino, il profumo
di parole e pane
*
Se fossi libro vuoto
potrei accogliere poesia
*
Se fossi vento
fra alberi suonerei armonia
*
Se fossi onda
bacerei la spiaggia
*
Se fossi fuoco
brucerei ciò che non va
*
Se fossi ciò che non so
andrei oltre quello che ho
*
Stiamo appesi come panni sui fili
Pronti a volare al primo vento
Sorrisi negati in un tempo sospeso
*
Ah l'amore
Che potrei dire dell'amore
Sole e Luna si baciano di nascosto
*
Bianco e nero discutono fra loro
Trama e ordito di una tela
dalle mille sfumature di grigio
*
Vedo macchie sulla tovaglia
Onore al cuoco o copertura da cambiare
*
Stoviglie abbandonate nell'acquaio
piatti incrostati ancora da lavare
reperti archeologici da catalogare
quanta fatica per rigovernare
*
Merli sull'albero dalle bacche rosse
osserva un gatto in agguato
*
Mi fingo poeta
sarà chè ho l'anima inquieta
*
Un punto interrogativo
solitario e negletto
sulla pagina bianca
fra tante parole uscite di getto
Valeria Maria Beatrice Motolese
È noto che i poeti sopportano malvolentieri che si
parli d’altro, piuttosto che di loro stessi.
Poco importa che ci sia spazio per tutti, la sola
presenza di un altro, nome alieno, li infastidisce
e li invoglia ad abbandonare il campo.
*
Di mia madre, riassuntivamente, si potrebbe dire
il giudizio del signor Airoldi: << Tua madre sente il doppio >>
Proprio vero, almeno da parte mia, virtù e difetti.
*
Quel corpo gigantesco di donna, sdraiato seminudo
nel giardino, sembrava piovuto dal cielo.
Era la badante ucraina d’una vicina di casa,
che prendeva il sole.
*
Succede a volte che l’interesse per un ritratto coincida
con l’interesse per la sua biografia, ma è raro
Tanto che sulla tomba di uno Scipione è stato scritto
un verso, forse di Ennio, che dice: << Il cui aspetto
fu simile al valore.>>
Giampiero Neri
La terza vita del cielo
Diverte il clamore delle cose
nella terza vita del cielo,
le solitudini vanno ricolme
leggere come fiocchi di neve.
Da qualche parte cadranno, ma tu
incendi luoghi.
Non c'è bisogno di sole per sciogliersi.
Federico Preziosi
Non è carne da critico la poesia,
ma pietra che dura alla goccia,
una cosa accesa
che luce sempre e giunge da lontano.
*
Tu vedi che ho parole,
e cantano in gabbia.
Ma non sono ammaestrate.
*
Le donne hanno spesso negli occhi
agonia di farfalla:
lì le potresti prendere
ma è breve
quanto basta al rifiuto.
*
Vieni con me allo zoo delle parole.
È l’ora dei pasti.
*
Le parole e le donne hanno segreti
vertiginosi
che aprono soltanto
se non t’importa niente
o sei lontano.
*
La mia illusione è latte di parole
fra gli oleandri rossi
acque d’angolo e obliqui
profondi cieli di pastori.
Intanto restino ai preti santi e poesie lunghe.
Sangiuliano
Carbonella nel burbero braciere d’ottone
intorno alle cui chiacchiere
scottavano gambe e ginocchia le donne di famiglia
mentre bambini pregustavamo poche patate saporite
intalpate nella cenere loro
fusaiola e gonfia come gatta conosciuta
*
Gita notturna al monastero in rovina
Tu fiaccola a noi vicina
*
Ti sapevo magra Valentina ingiubbottata
che la voce hai e i modi di un bel ragazzo:
m’ha sconvolto il tuo gran seno rotondo Valentina
*
Gli anni fanno sbiadire l’inchiostro sulla carta
Perciò
quella tua lettera mai letta
neppure adesso l’ho più aperta
*
Sorgivo si slancia e spettinato
a sottrarre l’ombrello il liceale
a una ragazza che batte i piedi e che protesta
agli angoli del viso deliziata
*
Ho conservato
intatta
l’impronta della tua testa
sul cuscino
*
Ti cerco per le stanze e per le strade
sui fogli e nel taccuino dei ricordi
come e quanto può tremare emozionato
un cieco che ha annusato la sua luce
*
Non credo agli amori
che voi raccontate d’avere
donne che v’aggirate per le sere
avide e sole
*
Per seminarti Claudia
il maturo compositore un’altra donna s’inventa
alla bugia t’inalberi
Ma tu che dici d’odiare la menzogna
da lui vorresti dolci parole d’amore
languidi baci
*
Copriti il viso
Oggi deturpo la serenità
*
Le mani tue
compatte e dolci
ho chiuso gli occhi
il volo attende
la sera è senza vento
*
Sognai di te
Svegliandomi al mattino
S’era l’essere mio
Incommensurabilmente sprigionato
Armando Saveriano
Davanti alla stazione stava
forse sedici anni appena
gli occhi da stella di strada
*
il pappone accanto al fuoco
la sigaretta in bocca lo sguardo minaccioso
difficile portare a casa denaro
*
Il lampione era nella parte
illuminava cosce e gambe
aveva un fiore tra i capelli
un bucaneve e gli occhi belli
*
disse la tariffa sillabando
cinquanta euro senza guanto
la bocca tratteneva timore e pianto
mi avvicinai la presi per un braccio
*
I treni continuavano a partire
lei mi segui' fingendo di sorridere
la feci sedere su di una panchina
le diedi del denaro nella sua mano
*
la lasciai sola in quel momento
il Pappa si stava avvicinando
lo colpii senza farne cenno
crollò a terra dopo il terzo destro
*
mostrai il distintivo alla ragazza
la feci salire in auto con enorme grazia
sedici anni son pochi per il mestiere
non sarò mai un brigadiere
*
Le diedi altra moneta per l' albergo
domani ti troverò un nuovo posto
il Pappa ora è alla centrale
Milano ha il suo prezzo da pagare
*
l' ho rivista alcuni anni dopo
in una cooperativa di pulizie al lavoro
ha detto che stava molto bene
mi ha detto se mi andava di accompagnarla a casa e poi salire
*
Le ho accarezzato il volto
e le ho risposto
non sono nato per questo
alla stazione ho rivisto il fesso
l' ho picchiato ancora
e questo è tutto
A modo mio e per gioco
Ernesto Torta
I
il vizio è magico.
come non godere?
incompatibili coniuga:
abitudine e piacere
*
II
perchè maledizione è
capitato
che quando uscii
dal ventre di mia madre
qualcuno mi promise
che ci sarei
tornato
*
III
giro legata al capestro
di un'illusione
e sembro un senza-mai
*
IV
in piazza D'uomo quella sera
fui felice
*
V
UN AMORE
mi sono data in pasto a un'invenzione
come un pasto che non c'è
inventa un altro pasto
in un metro di digiuno
dall'estremità di un'illusione
a lunghi passi misuravo l'assenza
*
VI
ti accorgi che la storia
non ti ha telefonato
vai su facebook
per darle tue notizie
*
VII
come Dio
sono solo la
mia assenza
per questo somiglio
alla realtà
*
VIII
Ho sbagliato:
ho spalmato il burro su di te,
non sulla tartina,
ora mordo il dolore attaccato alle tue
dita
*
IX
tre spifferi
e un tavolo da pranzo grande
dentro una bottiglia
di vino buono
non mia
*
X
“Sola”: una
modalità della
stanza in cui sono
Lucia Triolo