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Fabio Larcher

BIOGRAFIA

 

Fabio Larcher (Brescia, 1974) ha svolto diversi mestieri, dall’operaio metalmeccanico allo speaker radiofonico per alcune radio locali, ma la sua esperienza principale inizia nel 2000, anno in cui fonderà la casa editrice indipendente Larcher Editore (dal 2008 Edizioni PerSempre), specializzata nella pubblicazione di opere di genere fantastico e che vanterà, nel proprio catalogo e fra gli altri, libri di Gianluigi Zuddas, Danilo Arona e Gianfranco de Turris. L’attività editoriale proseguirà per quattordici anni e si concluderà con la nascita di suo figlio. Da allora fa il papà, corregge bozze e impagina conto terzi e si barcamena come scrittore indipendente.

Dichiarazione di Poetica

Scrivo (sarebbe meglio dire tento di scrivere) fin dall’età di otto anni. Il mio primo amore letterario fu Rodari. A dodici anni lessi “Il signore degli anelli” di Tolkien e, da allora, compresi che se volevo qualcosa dalla vita, quel “qualcosa” era ritrovare l’emozione estetica che avevo scoperto in quel libro. Mi avvicinai alla letteratura fantastica e lessi, lessi, lessi, continuando a leggere come un matto, fino a oggi. E a tentare di scrivere, naturalmente: poesie, racconti, romanzi, articoli... Tra i miei autori preferiti: Stevenson, Melville, HG Wells, Howard, Morris, Dunsany, Lovecraft, Tolkien, CS Lewis, Bradbury, Moorcock, Ende, Susanna Clarke, TH White... Tra i miei poeti: Rodari, Pinin Carpi, Dante, Ariosto, Gozzano, D’Annunzio, Pavese... Ma il mio vero amore, il mio vero ambito di “indagine” è il folklore: i miti, le fiabe, l’epica. Amo, perciò (ancorché in traduzione, per via della mia ignoranza), “Beowulf”, “Sir Gawain e il cavaliere verde”, “Gilgamesh”, l’ “Odissea”, le “Mille e una notte”, il “Kalevala”, le fiabe raccolte dai Grimm, quelle raccolte da Afanas’ev, i miti greci riraccontati da Robert Graves, l’antropologia de “Il ramo d’oro” di Frazer e quella de “La violenza e il sacro” di Girard, “Il castello dei destini incrociati” di Calvino, l’ “Aleph” di Borges. Se dovessi dire che cosa mi ha spinto a scrivere, dunque, dovrei ammettere questo: sono uno che sogna, che colloca i sogni tra i fatti spirituali, che dà loro un’estrema importanza, a causa delle emozioni (anche estetiche) che essi causano e delle rivelazioni che offrono, a livello “filosofico” e cosmologico.

E amo un tipo di letteratura che ai sogni è massimamente legato; il cosiddetto “fantastico”, in tutte le sue sfumature, dalle più “beatificanti” alle più “inquietanti”.

Ogni riga che ho scritto porta queste stimmate: parla dell’al di là, del mondo oltre il mondo, dell’equilibrio tra la vita e la morte, dell’esistenza dell’anima e del rapporto col sacro e con il divino. I miei racconti sono tutte fiabe, anche quando non ne avrebbero l’apparenza. Dopo la (piacevole) fatica del “Necronomicon per ragazzi” ho sul piatto due altri progetti, un racconto youngadult dal titolo “Watu wa maji - Il popolo dell’acqua”, che tratta proprio dell’anima e della sua struttura, e un racconto medievale, a metà fra un thriller e un fantasy, che parla di come il mondo oltre il mondo condizioni la storia umana. E poiché io nel pensier mi fingo anche poeta, coltivo il sogno di scrivere un poema in ottave su Orlando e i Paladini di Carlo Magno...

 

I miei libri sono tutte autopubblicazioni fatte tramite Amazon. Ne curo la redazione, l’impaginazione, la grafica e la promozione, forte dell’esperienza maturata come editore. I libro sono ordinabili anche attraverso libreria.